OPEN STUDIO - Bibi Yamamoto

Da bambina vedevo mia madre spesso nuda in giro per la casa. Nuda e di corsa tra la doccia, la preparazione della colazione, la scelta del vestito, la lavatrice, il trucco, lo straccio bagnato per lavare i pavimenti...Sempre accompagnata da musica popolare brasiliana, MPB. Ascoltava in particolare i dischi di Chico Buarque, cantautore che ha scritto tante canzoni critiche sulla dittatura militare in Brasile. Credo sia il suo compositore preferito - il mio nome viene dalla canzone ‘’Beatriz’’ del 1983. Provo ad immaginarla oggi nei suoi riti del quotidiano: mentre lava, si pettina, sceglie il vestito, prepara la colazione..

B. Y.

 

Esiste una distinzione tra il proprio ricordo e quello degli altri? Bibi Yamamoto a soli sei mesi dalla mostra a lei interamente dedicata nella Sala delle Colonne del Museo della Scienza, ci invita negli spazi della Fonderia Artistica Battaglia, in un luogo di intimi riti.
Esiste una distinzione tra il proprio immaginario e quello degli altri?

Nicolas Bourriaud nel suo celebre testo critico Post production parla di deejaying visivo, descrivendo la reazione degli artisti di fine ‘900 all’inflazione delle immagini. Bibi è un’artista della post produzione nella sua massima espressione; trafuga oggetti, manipola fonti, dispone nello spazio espositivo pezzi acquistati su ebay.

La nuova installazione complessa Women Geographies, tra montaggi e saccheggi, trasforma in materia sensibile un flusso di ricordi: ci serviamo delle narrazioni dell’artista per costruire nostri scenari.

In questo universo composto da oggetti affettivi e geografie della vita quotidiana emerge la nuova edizione di sculture in bronzo, prodotta da Video Sound Art Festival e realizzata in collaborazione con la storica Fonderia Artistica Battaglia nell’ambito del progetto Open Studio.
Corpi femminili senza ventre, primitivi, espliciti riferimenti alla Venere di Savignano di epoca preistorica. Le silhouette femminili, coperte come preziosi giocattoli, hanno un profilo astratto. Potremo definirle snelle, messe in relazione alle forme generatrici del paleolitico. Non suggeriscono fertilità, non conoscono procreazione, sono figure pensanti, in attesa. Esplorano le connessioni tra gli individui. Ciascuna contiene un commento, un pensiero che le rende antropomorfe.

Estratto del testo critico di Laura Lamonea


Bibi Yamamoto è nata a Rio de Janeiro nel 1984, vive e lavora a Milano. Bibi Yamamoto esplora la relazione tra mente e materia combinando concetti psico - fisici e installazioni multimediali inspirate alla vita di tutti i giorni. Nei sui video, l’artista mette a confronto astrazione ed elementi figurativi; si esprime attraverso fotografia analogica, pittura ad olio, sculture in argilla, oggetti ritrovati portatori di intimità e identità. La serie di video Man Nest and Bunnies, Swans and Ducks è una documentazione intuitiva di comportamenti e valori simbolici. L’approccio estetico - l’utilizzo del colore, le forme essenziali e i materiali preziosi, come la seta e l’oro - è influenzato dall’esperienza professionale nel campo del fashion e graphic design.

 

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Photos©BibiYamamoto

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