OPEN STUDIO Matilde Sambo / Vita come saliente avidità

Vita come saliente avidità è un progetto ampio che abbraccia scultura, performance e video che parla di ritualità illustrando gli aspetti sociali che la coscienza quotidiana avverte come contraddittori, nello specifico quelli legati alla violenza, concentrandosi su rituali d’amore e battaglia nel mondo animale e umano.

 

 

Gli animali e le piante presentano un apparato fisico pronto a offendere e difendere istintivamente la salvaguardia delle propria specie; al contrario l’uomo, predatore acquisito, è privo di qualsiasi arma congenita, non ha artigli, spine o zanne, solo carne e ossa; eppure la lotta lo accompagna da sempre, facendo nascere e sviluppare all’interno delle società tensioni. Abbiamo dovuto creare oggetti che permettano al corpo umano di difendersi, attaccare e proteggere.

 

 

A livello scultoreo “Vita come saliente avidità” ha origine con una prima fase di progettazione di armi bianche, che prendono spunto da apparati di difesa e offesa naturali, modellate poi direttamente in cera e fuse in bronzo. La seconda fase, performativa, vede protagonisti lottatori professionisti, che dopo aver indossato un’armatura in cera, combattono corpo a corpo e con le armi in bronzo, che così attivate diventano veri e propri strumenti di lotta ma anche di modellazione scultorea. Le armature infatti si trasformano attraverso le collisioni di corpi e bronzi. Alla fine della lotta le cere segnate, spezzate, ferite vengono fuse in bronzo, metallo eterno, così da far risaltare traumi.

 

 

Queste armature possono poi essere rindossate, creando una connessione tra i corpi e andando a formare nel tempo un’armatura “fantastica” composta da più corpi. Mentre parallelamente la produzione di armi continua aggiungendo arsenale utilizzabile la volta successiva.

 

 

“Colpirti mi ha fatto vibrare, la colpa si è palesata come un bagliore ma non ha lasciato traccia sulla retina. Appagamento nel colpo, una scossa mi ha attraversato, la coscienza di lasciare un segno. Ho bisogno di lasciare tracce.”

 

 


 

Si ringraziano per il supporto la società Wide Group e la galleria d'arte contemporanea aA29 Project Room.